La maxi perizia richiesta dalla commissione parlamentare d’inchiesta a guida Zanettin sulla morte del manager di MPS David Rossi ha prodotto alcuni risultati notevoli. Questi sono dovuti alla collaborazione tra i reparti investigativi dell’Arma ed esperti di medicina forense.

Il risultato

Non potendo entrare nello specifico dell’intero fascicolo, lungo più di mille pagine, i risultati esposti si sono articolati intorno ad alcuni punti fondamentali, i quali gettano una nuova luce limitatamente alla dinamica della morte del manager. Il comandante del Ris Schiavone, il colonnello del Racis Giannetti e il colonnello del Ros Tomassetti hanno esposto le loro conclusioni sulla cinquantina di quesiti formulati dalla commissione parlamentare d’inchiesta. Alla conferenza stampa di oggi, trasmessa in streaming sulla web tv della Camera, era presente anche l’onorevole Pierantonio Zanettin, a capo della commissione.

Nello specifico, la conclusione più rilevante è quella che riguarda la modalità di caduta di Rossi dalla finestra del suo ufficio. La relazione ha infatti evidenziato come questa sia del tutto incompatibile con un atto omicidiario da parte di non meglio specificati terzi. Pertanto, l’ipotesi del suicidio sembrerebbe essere quella più probabile, anche perché confermata cronologicamente dalle email inviate da Rossi stesso prima del presunto salto nel vuoto.

L’altra conclusione importante è quella relativa alla scoperta di un secondo video, ripreso da un’altra telecamera di video sorveglianza. Il documento, fino ad oggi tenuto segreto, getterebbe una nuova luce sulla verità processuale. Agli atti era stato dichiarato infatti che esisteva una sola ripresa che inquadrasse direttamente gli istanti della morte.

Smentite da evidenze empiriche le ipotesi sull’orologio, gettato secondo alcuni pochi minuti dopo la caduta e sulla telefonata successive alla stessa. Per quanto riguarda l’orologio, il Ris ha confermato come il bagliore che si vedrebbe nel video sarebbe compatibile con un effetto riflesso dovuto alla pioggia, mentre la telefonata dell’onorevole Santanchè non avrebbe avuto alcuna risposta.

La vicenda

David Rossi, manager di MPS, morì precipitando dal suo ufficio il 6 marzo del 2013 in circostanze mai del tutto chiare. In quel periodo la magistratura senese stava indagando sulle problematiche finanziarie dell’istituto che portarono alle dimissioni del presidente Mussari e del direttore generale Vigni. I due furono responsabili della spericolata acquisizione fallimentare della Banca Antonveneta da parte dell’istituto spagnolo Santander. Infatti, a fronte di una spesa di circa 17 miliardi, MPS si trovò a gestire un gruppo dal valore reale di soli tre miliardi.

Nonostante le indagini avessero bollato la faccenda come suicidio, numerose incongruenze emerse negli anni hanno impedito di mettere la parola fine ad una vicenda dai contorni torbidi. Questo il motivo per cui nel marzo 2021 fu istituita da parte della Camera una commissione specifica atta a far luce sui fatti.