Il Giappone è entrato in allarme dopo che la Corea del Nord ha deciso di lanciare un missile a lungo raggio che ha sorvolato l’isola, cadendo successivamente in mare aperto. In risposta, gli Stati Uniti hanno contattato gli alleati nell’Oceano Pacifico per concordare le contromisure da adottare.

La provocazione

Dopo il lancio, il governo di Tokyo ha lanciato l’allarme, chiedendo a una cerchia ristretta di residenti del Giappone settentrionale di evacuare l’area e rifugiarsi. Dopo l’allarme, l’ufficio del Primo Ministro Fumio Kishida ha comunicato in un post sul profilo Twitter ufficiale, la conferma che il siluro, ancora non identificato, ha sorvolato il Paese, schiantandosi poi nel Pacifico (come confermato dalla guardia costiera nipponica).

Come prevedibile, il gesto provocatorio è stato immediatamente commentato dalle autorità giapponesi, che lo hanno definito l’accaduto “un atto di violenza che segue i ripetuti e recenti lanci di missili balistici”, mentre gli Stati Uniti, per voce del Comando Generale alleati forti dell’isola, hanno affermato “l’impegno di Washington nella difesa del Giappone e della Corea rimane incrollabile”, aggiungendo inoltre che “la serie di provocazioni di missili balistici della Corea del Nord rafforzerà ulteriormente la deterrenza e le capacità di risposta dell’alleanza Corea del Sud-Usa e non farà altro che approfondire l’isolamento del Nord dalla comunità internazionale”.

Condanna unanime anche da parte del Presidente del Consiglio dell’Unione Europea Charles Michel, ha dichiarato: “Condanniamo con fermezze il deliberato tentativo della Corea del Nord di mettere a repentaglio la sicurezza nella regione, lanciando un missile balistico sopra al Giappone Un’aggressione ingiustificabile, in palese violazione del diritto internazionale”.