Una celebrazione ricca di spunti di riflessione quella tenutasi stamattina ad Assisi in occasione della festa di San Francesco. Una giornata dedicata ai valori universali di cui San Francesco e Santa Caterina, patroni d’Italia, sono espressione, qualificando questa giornata come “solennità civile e giornata della pace, della fraternità e del dialogo tra appartenenti a culture e religioni diverse”. Queste le parole del presidente Sergio Mattarella, intervenuto durante le celebrazioni per la solennità del santo di Assisi.

San Francesco radice della nostra identità

“San Francesco è una delle radici antiche della nostra identità”, ha aggiunto il capo dello Stato che ha parlato anche di una “pace tradita proprio nel cuore dell’Europa, che, nella prima metà del secolo scorso, aveva conosciuto gli abissi del male e si era riscattata con nuovi ordinamenti interni e internazionali”.

“Non ci arrendiamo alla logica di guerra – è l’appello di Mattarella – che consuma la ragione e la vita delle persone e spinge a intollerabili crescendo di morti e devastazioni. Che sta rendendo il mondo più povero e rischia di avviarlo verso la distruzione. E allora la richiesta di abbandonare la prepotenza che ha scatenato la guerra. E allora il dialogo. Per interrompere questa spirale”.

Dialogo interreligioso come strumento di pace

“Le religioni – tutte – hanno responsabilità nella costruzione della pace. Scavano fossati quando legittimano la violenza e il sopruso, se giustificano comportamenti di morte”, ricorda il presidente della Repubblica. “Diventano straordinari vettori di riconciliazione e di crescita quando professano con determinazione lo spirito del dialogo e dell’accoglienza, quando riconoscono l’umanità nell’uomo, in ogni persona, anche in quelle di altri fedi. Pace, libertà, giustizia, democrazia si difendono con strumenti di pace, di libertà, di giustizia, di democrazia”.

Urgente ristabilire armonia con il Creato

La pace non è soltanto assenza di combattimenti bensì – ci ricorda san Francesco – è connaturata all’armonia con il Creato. “Quando si consumano a dismisura le risorse, quando si depreda la natura, quando si creano disuguaglianze tra i popoli, quando si inaridisce il destino delle future generazioni, ci si allontana dalla pace. Dobbiamo riparare, restituire. È la grande urgenza della nostra epoca. Non abbiamo altro tempo oltre questo”, ha aggiunto il presidente riprendendo il discorso di Papa Francesco sull’ecologia integrale.

“Equilibrio ambientale da ricomporre; giustizia sociale da perseguire rimuovendo gli ostacoli che le contingenze frappongono; diritto di ogni donna e di ogni uomo a sviluppare appieno la propria personalità”, ha invocato Mattarella, che si è soffermato anche sulla pandemia che “ci ha ricordato i nostri limiti. Ci ha costretti a ripensare a ciò che è essenziale e a ciò che è superfluo. Ci ha fatto toccare con mano quanto abbiamo bisogno gli uni degli altri. Anche a livello internazionale, con un’Europa che ha saputo essere protagonista positiva, aperta anche al sostegno verso popoli meno fortunati in altri continenti”.

Cardinale Zuppi: non rassegnamoci di fronte alla guerra

Alle parole di Mattarella si sono unite quelle del cardinale Matteo Maria Zuppi, presidente della Cei, durante la messa ad Assisi per la festa di San Francesco. “Affidiamo l’Italia all’intercessione del nostro Patrono – ha detto – Sostenga, in un momento così decisivo, l’amore politico e di servizio alla casa comune, perché nella necessaria diversità tutti concorrano all’interesse nazionale, indispensabile per rafforzare le istituzioni senza le quali nessun piano può essere realizzato e per affrontare delle spine così grandi”.

“Il nostro Patrono, uomo universale, aiuti l’Europa a essere all’altezza della tradizione che l’ha creata – ha aggiunto il cardinale Zuppi – e il mondo intero a non rassegnarsi di fronte alla guerra. Lui, amico di tutti, ci aiuti a sconfiggere ogni logica speculativa, piccola o grande, anonima e disumana, perché ogni speculazione è una forma di sciacallaggio che aumenta le ingiustizie e crea tanta povertà. E mi sembra che non manchi”.