Mascherine e green pass vanno in pensione, ma non ovunque. La Ffp2 resta obbligatoria fino al 15 giugno sui mezzi pubblici, al teatro e al cinema, negli ospedali e per le competizioni sportive al chiuso. Lo prevede un emendamento al decreto Riaperture approvato in commissione alla Camera e inserito in un’ordinanza del ministro alla Salute Roberto Speranza, che fa da “ponte” nel tempo necessario alla conversione del decreto. Nel testo non si fa riferimento al lavoro, sia pubblico che privato, dove varranno i protocolli tra imprese e sindacati, anche se l’utilizzo della mascherina è “fortemente raccomandata”.

Green pass addio tranne che per visite agli ospedali e viaggi all’estero

Dal primo maggio si allentano dunque le regole per la gestione della pandemia, con la limitazione dell’obbligo di mascherina al chiuso e l’archiviazione di fatto del green pass. Molte delle norme previste dall’ultimo decreto anti-Covid del 24 marzo sono in scadenza il 30 aprile. Quelle relative all’obbligo di green pass (nelle sue versioni “base” e “rafforzato”) non saranno prorogate dal governo. Il certificato verde non sarà più richiesto per nessuna attività in Italia, ad eccezione delle visite in ospedale. Continuerà però a essere necessario per i viaggi all’estero.

Mascherina fortemente raccomandata sul lavoro

 “Con l’approvazione in commissione alla Camera dell’emendamento all’ultimo decreto Covid di marzo finisce l’obbligo dell’utilizzo delle mascherine praticamente ovunque”, è il commento del sottosegretario alla Salute, Andrea Costa, che ha rappresentato il governo in commissione. Al di là degli ambiti già citati, Costa ha aggiunto che “negli altri luoghi di lavoro, senza distinzione tra pubblico e privato, la mascherina sarà solo fortemente raccomandata. Si tratta – ha concluso Costa – di una fase nuova coerente col ritorno alla normalità”.