La questione migranti è diventata terreno di scontro aperto tra l’Italia e la Germania dopo che il Ministero degli Affari Esteri aveva dichiarato di non volersi prendere carico dei migranti a bordo della nave Humanity 1 battente bandiera tedesca. Sia lo Stato teutonico che l’Unione Europea tutta ha intimato al nostro Paese di intervenire, ma il Ministro Tajani ha fatto sapere di aver chiesto all’ambasciata tedesca di avere delucidazioni limitatamente alla situazione attualmente in svolgimento.
Si naviga in acque agitate
La situazione è realmente complessa, nella misura in cui entrambe le parti hanno validi argomenti per affermare che la propria condotta sia quella maggiormente auspicabile. Da una parte, Germania e Unione Europea si appellano al diritto internazionale, il quale prevede che, qualora sussistano le condizioni di emergenza umanitaria, lo Stato nel cui territorio si verifichi tale scenario debba necessariamente intervenire. Dall’altro, l’Italia afferma che invece la competenza del soccorso sia a carico della nazione di cui le imbarcazioni oggetto della disputa battono bandiera.
Dal canto suo, il Ministro degli Affari Esteri Antonio Tajani, intervenuto a margine dell’incontro odierno a Bruxelles, ha affermato: “La Germania è un nostro grande interlocutore, è un Paese amico, ma quando c’è da dare qualche messaggio, soprattutto sul tema dell’immigrazione, lo facciamo con determinazione per garantire il rispetto delle regole. Abbiamo soltanto chiesto che le navi delle Ong rispettino le regole europee quando salvano qualcuno in mare e poi chiedono di attraccare nei porti più vicini. Lo abbiamo fatto in maniera ufficiale, con grande garbo ma anche con grande fermezza. Serve una collaborazione tra tutti i Paesi europei, ma anche con i Paesi dei Balcani, per fermare l’immigrazione illegale perché rischia di diventare un problema sempre più grave per tutti quanti noi”.
Diametralmente opposto invece il parere degli organi europei competenti, sintetizzato nelle parole della portavoce della Commissione Europea Anitta Hipper, che ha dichiarato: “Stiamo seguendo la situazione da vicino e, dalle informazioni che abbiamo, ci sono tre navi con circa mille persone a bordo e che hanno chiesto uno sbarco sicuro. La Commissione non è coinvolta nelle operazioni di salvataggio in mare nè nella definizione del luogo di sbarco. Tuttavia, ricordiamo che salvare vite in mare è un dovere morale e un obbligo legale di diritto internazionale degli Stati membri indipendentemente dalle circostanze”.