Sconfitta amaramente alle elezioni, la sinistra, anziché fare mea culpa continua a portare avanti polemiche sterili. Stavolta è toccato all’ormai nota Laura Boldrini, che non perde mai l’occasione per tacere e si scaglia contro Giorgia Meloni in un post sui social. L’esponente del Pd attacca il presidente del Consiglio perché, appunto, ha scelto di farsi chiamare presidente e non presidentessa o, peggio ancora, presidenta.

Poi rincara la dose, affermando che già solo il nome del partito, Fratelli d’Italia, dimentica le Sorelle. Quindi adesso cosa si fa? Si cambia anche il nome della compagine?

Giorgia Meloni ha deciso, a ragione, di farsi chiamare presidente perché l’affermazione della parità di genere è una questione di merito, di competenze e di determinazione nel voler raggiungere i propri obiettivi. E queste qualità non hanno genere.

Declinare il nome al femminile – battaglia contro i mulini a vento portata avanti da una certa sinistra – non aggiungerebbe nulla alla leadership di Meloni né ai traguardi conquistati dalle altre donne. Casomai, significherebbe sminuirli, ponendo l’accento sulla differenza e collocando le donne in una posizione di svantaggio rispetto ai loro colleghi uomini.

Le battaglie di genere, lo ribadisco, non si combattono sulla lingua ma con politiche che favoriscano un’autentica parità: salariale, di opportunità, di conciliazione dei tempi della sfera privata e quella professionale.

Oggi nel suo discorso per la fiducia, la premier ha dedicato il suo successo a tutte le donne, citando quelle che hanno reso grande l’Italia distinguendosi in diversi campi, dalla politica, allo sport, alla scienza. Ha anche ricordato che la sua elezione non è un punto d’approdo ma un nuovo step nell’affermazione della parità di genere. Un modo per dimostrare alle nostre figlie che le donne non solo possono diventare “qualcuno” ma addirittura possono ambire a governare il Paese, a ricoprire le massime cariche dello Stato. E il presidente del Consiglio è questo, un’istituzione nazionale che non ha declinazioni di genere.

La sinistra, che tanto si interessa alle battaglie delle donne, invece, non è mai stata capace di produrre una leader forte. Non solo, quando si è trattato del vero potere, le donne di sinistra sono state sempre lasciate a bocca asciutta dai loro “compagni”.

Boldrini e il suo partito farebbero bene a interrogarsi sul perché perdono le elezioni. Troppo scollegati dalla realtà, non hanno ben presenti quali siano i problemi reali degli italiani. E mentre loro combattono battaglie ideologiche sulla declinazione femminile dei nomi, una donna di destra, cattolica, è pronta a governare l’Italia.