Dopo settimane di proteste violente, centinaia di arresti e vittime, l’Iran sembra avvicinarsi a una svolta. Un importante esponente del regime di Teheran, il procuratore generale ultraconservatore Mohammad Javad Montazeri, ha infatti dichiarato alla stampa locale che le autorità si stanno confrontando su un’eventuale modifica alla legge che in Iran obbliga le donne a indossare il velo islamico (hijab) e l’abolizione della polizia morale.

Si aprono spiragli di cambiamento

L’hijab e la questione relativa alla polizia morale sono stati i fattori scatenanti della rabbia di gran parte della popolazione iraniana, non solo le donne che hanno capitanato con coraggio la rivolta in strada e in piazza nel nome di Mahsa Amini, ma anche gli uomini e i giovani in generale, per non parlare della Nazionale dell’Iran impegnata fino a pochi giorni fa nel Mondiale in Qatar che ha contestato in mondovisione il regime iraniana.

Le dichiarazioni da Teheran sono ancora molto vaghe e non è chiaro se e quanto cambieranno le rigide norme sull’abbigliamento femminile, ma è il primo concreto segnale di apertura dopo mesi di proteste represse con la violenza. Montazeri, parlando del dibattito sull’obbligo per le donne di indossare il velo islamico, ha commentato che si aspetta risultati entro due settimane. «Mercoledì abbiamo avuto un incontro con la commissione culturale del Parlamento e vedremo i risultati tra una settimana o due».

Nell’attesa, le proteste non si placheranno

Mentre si attendono sviluppi sull’hijab, Montazeri ha anche sollevato la questione sulla possibile abolizione della polizia morale. «La polizia morale non ha niente a che fare con la magistratura, ed è stata abolita da chi l’ha creata», queste le parole dell’esponente del regime durante il discorso nella città sacra di Qom. La polizia morale è l’organo accusato della morte di Mahsa Amini che ha scatenato inevitabilmente la rivolta degli iraniani.

Il procuratore comunque non ha specificato su quali leggi il Parlamento e la magistratura interverranno, soprattutto perchè le due istituzioni che stanno lavorando alle possibile modifica sono guidati da esponenti conservatori che inevitabilmente sono pro-hijab. Nessun dettaglio trapela, anche se l’attuale presidente iraniano Embrahim Raisi, nel corso di un’intervista, sembra essere esposto molto più del dovuto dichiarando che le fondamenta islamiche della Repubblica iraniana sono sì stabilite dall’attuale Costituzione, ma che «ci sono metodi di attuazione della Costituzione che possono essere flessibili», imponendo però nuove restrizioni all’abbigliamento.

In attesa di nuove indicazioni dal governo, le manifestazioni degli iraniani continueranno incessantemente. Sono stati indetti due giorni di proteste a partire da domani e Teheran ha fatto sapere che, come accaduto finora, la rivolta civile verrà sedata anche con la forza, se necessario.