A meno di due mesi dalle prossime elezioni, la classe politica è chiamata a dare risposte serie ed affidabili ai cittadini, soprattutto ai più sfiduciati, in merito a questioni cruciali le cui conseguenze si ripercuotono sulla quotidianità.

La sanità pubblica rappresenta uno dei pilastri su cui si fonda il welfare dello Stato italiano, considerato da molti il fiore all’occhiello del nostro Paese, una “fortuna” che pochi al mondo hanno la possibilità di vantare. La retorica italiana vuole che la maggior parte dei Paesi ci guarda con invidia, soprattutto se pensiamo alla sanità americana dipendente dalle compagnie assicurative. Ma è veramente così?

La pandemia degli ultimi due anni ci ha messo davanti a una realtà non così rosea come tutti credono. Il covid ha messo KO la sanità italiana, portando a galla inevitabilmente una serie infinita di disagi e malfunzionamenti che hanno radici ben più profonde, sul piano strutturale, economico e delle risorse umane. Il difficile periodo che l’Italia ha passato – e sta attraversando tuttora – non ha fatto altro che peggiorare ulteriormente una situazione che andava prevenuta al fine di salvaguardare quello che è un bene di tutti. Il diritto alla salute è tutelato all’interno della Costituzione italiana; quindi, lo Stato in qualità di custode di questo diritto fondamentale ha l’obbligo di garantire le cure sanitarie ad ogni singolo cittadino. Il paradosso italiano, invece, sta proprio in questo: la sanità pubblica è probabilmente il contesto dove le disuguaglianze economiche e sociali sono più accentuate che mai a causa della carenza dei servizi e dell’inaccessibilità delle cure a gruppi di pazienti più svantaggiati. Anni di politiche low budget hanno determinato una diminuzione drastica delle risorse destinate all’assistenza sanitaria e i continui tagli al comparto hanno svuotato il sistema rendendolo sempre più inefficiente e insufficiente nel prendersi cura dei cittadini. Gli ostacoli burocratici e le contraddizioni interne al contesto sanitario, quindi, rendono la situazione molto complessa, ma non irrisolvibile.

A fronte di tutte le difficoltà conosciute, la classe politica dirigente che uscirà vincitrice dalle prossime elezioni ha l’opportunità di risollevare le sorti del sistema sanitario nazionale. Sarà indispensabile programmare ingenti investimenti sia in relazione alle strutture sanitarie ed ospedaliere sia per quanto riguarda il personale professionale, dai medici specializzati agli infermieri fino agli operatori sanitari, tutti egualmente importanti per far funzionare la macchina sanitaria pubblica e garantire il rispetto dei diritti di ogni cittadino. Da non sottovalutare anche il processo di digitalizzazione della sanità italiana: destinare fondi in questa direzione vuol dire favorire il salto di qualità del sistema che potrà fornire ai pazienti un servizio di assistenza e cura adeguato alle esigenze.