Toni distensivi all’incontro programmato tra il Presidente degli Stati Uniti Joe Biden e il Segretario del Partito Comunista cinese Xi Jinping alla vigilia del G20 di Bali. Nel meeting i due leader hanno affrontato diversi temi, dalla guerra in Ucraina alla questione Taiwan, con l’intenzione sottesa di distendere i rapporti tra le superpotenze. La portata dell’evento è resa tale anche dal fatto che questa è la prima volta in cinque anni che i due si incontrano dal vivo.

L’incontro

Biden e Xi sono arrivati al summit, programmato da mesi, forti dei loro recenti successi in politica interna. Il primo perché non ha subito la paventata débacle elettorale alle elezioni di midterm, mentre il secondo per il fatto di essere stato riconfermato per la terza volta consecutiva, fatto del tutto inedito, alla guida del Partito Comunista cinese.

I due leader si sono incontrati all’hotel di Nusa Dua e, dopo le foto di rito alla presenza della stampa internazionale, si sono ritirati con le rispettive delegazioni nella sala principale della struttura dove, rivelano fonti interne, si è discusso di tutti i dossier caldi attualmente di interesse, dai possibili sviluppi dello scenario bellico in Ucraina alla controversa partita che vede l’isola-stato di Taiwan contesa tra le due superpotenze per acquisire il monopolio sul commercio della componentistica elettronica di precisione.

Le delegazioni

Il Presidente Biden, a quanto testimoniano le riprese dell’incontro, è stato accompagnato dal segretario di Stato Antony Blinken, dal segretario al Tesoro Janet Yellen, dal Consigliere per la sicurezza nazionale Jake Sullivan, dall’ambasciatore Usa a Pechino Nicholas Burns e da Kurt Campbell, consigliere strategico del Presidente in merito all’Asia.

Il presidente Xi, invece, ha portato con sé una squadra composta dal capo dell’Ufficio Generale del Partito Ding Xuexiang, dal ministro degli Esteri Wang Yi ed He Lifeng, candidato al ruolo di consigliere economico per l’esperienza accumulata alla guida dell’organo principale di pianificazione economica cinese, la Commissione Nazionale per lo Sviluppo e la Riforma.

Le dichiarazioni

Le dichiarazioni fatte trapelare dall’incontro restituiscono un’immagine distensiva nei rapporti tra le due superpotenze, tesi da mesi soprattutto per la situazione Taiwan, oltre che per la controversa posizione del Dragone nei confronti della Russia, mai del tutto manifestamente a favore o neutrale.

Entrambi i leader hanno preso atto del fatto che la portata, in termini di influenza geopolitica ed economica dei due Paesi, è tale da necessitare un dialogo aperto e mutualmente proficuo tra i due.

Più volte è stato ribadito il concetto che le due superpotenze intraprendano un percorso comunicativo comune, orientato a mantenere l’equilibrio attuale nonostante la manifesta competizione.

“Come leader delle principali economie del mondo, dobbiamo gestire la competizione dei due nostri Paesi. Vale la pena assicurarsi che questa abbia dei limiti, che ci siano regole chiare e che si faccia tutto il possibile per garantire che la competizione non diventi conflitto. Io sono determinato a tenere aperte le linee di comunicazione tra te e me personalmente e tra i nostri governi, perché i nostri due Paesi hanno tante cose da affrontare e noi ne abbiamo l’opportunità”, ha dichiarato Biden in apertura del summit.

“Come leader dei due principali Paesi, dobbiamo tracciare la giusta rotta per le relazioni tra Stati Uniti e Cina e trovare la giusta direzione per le relazioni bilaterali in futuro e poterle migliorare. Il mondo si aspetta che la Cina e gli Stati Uniti gestiscano le loro relazioni in modo appropriato. Il nostro incontro ha attirato l’attenzione del mondo, quindi dobbiamo lavorare con tutti i Paesi per dare maggiore speranza alla pace, maggiore fiducia alla stabilità globale e forte impulso allo sviluppo comune”, ha dichiarato invece Xi Jinping.