(Adnkronos) – Una valutazione empirica ci porterebbe a sostenere che sorseggiare un buon calice di vino, con il sottofondo musicale che più ci piace, non possa che aumentare la godibilità del momento in sé e, per estensione, anche del vino stesso che stiamo degustando. Ma è davvero così? La risposta affermativa arriva adesso da un test emozionale condotto durante l’Internet Festival di Pisa a cura di CantinaJazz, con la partecipazione del Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Agroambientali dell’Università di Pisa, dell’Istituto di Fisiologia Clinica del CNR di Pisa e di Città del Vino, Lo studio è stato pubblicato sul primo numero 2023 di Terre del Vino. 
“L’esperimento è stato condotto – spiega il direttore di Città del Vino, Paolo Corbini – in ambiente conviviale tipico di una cena al ristorante, da consumatori comuni su diversi vini. Ovviamente i test erano svolti senza che gli attori avessero la benché minima informazione sul brand o sulla denominazione dei vini proposti”.
 Nel corso dell’esperienza sono stati degustati 2 vini sfusi (un bianco e un rosso) non strutturati caratterizzati da evidenti squilibri, identificati come “imperfetti”, e 3 vini di elevata qualità provenienti da due cantine toscane: un Brunello di Montalcino 2018 (Azienda Villa Le Prata), un Vinsanto Riserva 2018 ed infine un Occhio di Pernice 2015 (questi ultimi prodotti dall’Azienda La Vialla).   
“Oltre all’impatto emozionale – aggiunge Corbini -, durante l’esperimento è stato valutato l’effetto della musica jazz sui partecipanti, per determinare se, come e soprattutto fino a che punto, la musica possa influenzare le percezioni durante una seduta di assaggio. Il risultato è stato che anche i vini di minore qualità, sono stati valutati migliori proprio grazie al contesto generale, ed al benessere che la musica ha subito suscitare, compensando le ‘mancanze’ qualitative dei vini. Passando ai vini di qualità, la risposta emotiva del panel è andata via via uniformandosi verso emozioni soltanto positive”.
  L’esperimento ha sottolineato come il contesto musicale – jazz nel caso specifico – abbia nobilitato al palato dei consumatori anche i vini di qualità inferiore. La buona musica, associata ad una bella location, ha traghettato gli ignari partecipanti al test, verso uno stato d’animo positivo, che ha regalato loro una migliore esperienza di degustazione.Adnkronos – Vendemmie
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