Oggi ricorre il trentennale dalla scomparsa del giudice Paolo Borsellino e della sua scorta nel tragico attentato di Via D’Amelio. In primis a Palermo, ma anche in altre città della regione e dell’Italia tutta si avvicendano manifestazioni in ricordo della strage che ha cambiato il volto del Paese.

Il ricordo

Sono passati trent’anni dalla strage di Via D’Amelio, l’atto terroristico che ha segnato, insieme a quella di Capaci, lo zenit della violenza mafiosa. Le innumerevoli inchieste, depistaggi e processi che sono seguiti non sono ancora oggi riuscite ad identificare pienamente le responsabilità dell’atto criminoso.

Come era prevedibile, la portata dell’anniversario ha richiamato l’attenzione di tutto il mondo istituzionale e culturale italiano. A Palermo saranno presenti il ministro Bianchi e il Capo della Polizia Giannini che parteciperanno alle commemorazioni e alla messa officiata dall’arcivescovo Corrado Lorefice.

In mattinata sono arrivate le dichiarazioni ufficiali del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e del Presidente del Consiglio Mario Draghi. Queste, ricordando anche l’eroico sacrificio dei membri della scorta, si sono soffermate soprattutto sulla caratura istituzionale della figura del magistrato e della sua pervicacia nella lotta alla fenomenologia mafiosa.

Nello specifico, Mattarella si è soffermato sull’intrinseco valore pedagogico incarnato dalla figura del magistrato, affermando che “Paolo Borsellino aveva ferma convinzione che il contrasto alla mafia si realizzasse efficacemente non solo attraverso la repressione penale, ma soprattutto grazie a un radicale cambiamento culturale, a un impegno di rigenerazione civile, a cominciare dalla scuola e dalla società”.

Draghi, invece, ha preferito ricordare la portata innovativa del pensiero e dell’approccio metodologico dell’uomo, dichiarando che “Borsellino è un eroe della Repubblica: insieme a Giovanni Falcone ha inferto colpi durissimi ai vertici di Cosa Nostra e posto le basi per un nuovo modo, moderno ed efficace, di combattere la mafia”.

Lotta che, a detta di Salvatore Borsellino, non trova un’eco nel dibattito politico italiano attuale, incapace a sua detta di portare avanti l’esempio del fratello. Per tale motivo, in una dichiarazione pubblica, egli ha affermato che il trentennale dalla strage sarà polemicamente intitolato “Il Suono del Silenzio”.

Una questione ancora oscura

Nella dichiarazione di stamattina della ministra della Giustizia Cartabia c’è tutto il rammarico del mondo istituzionale per non essere riusciti a far luce sulla vicenda. Alla tristezza per il ricordo della strage si aggiungono infatti le recenti assoluzioni nel processo per depistaggio di Caltanissetta.

“La memoria dei caduti diventi nuova spinta a fare luce sugli aspetti tuttora oscuri di quella drammatica stagione”, ha detto la ministra, riaffermando la necessità di “consegnare ai familiari delle vittime e all’intero Paese una verità piena su una delle più dolenti ferite della nostra storia”.