La notizia dell’attentato a Darya Dugina ha fatto traballare i già precari equilibri tra Russia e Ucraina. A sei mesi dallo scoppio del conflitto le prospettive concrete di una trattativa di pace sembrano essere ancora lontane, se non inesistenti.

Lo scenario

Gennady Gatilov, rappresentante permanente della Russia presso le Nazioni Unite a Ginevra, ha dichiarato che l’attentato ha inasprito a tal punto i rapporti tra i due stati belligeranti da non essere più possibile, al momento, intavolare delle trattative. “Ora non vedo alcuna possibilità di contatti diplomatici”, ha affermato Gatilov, che ha proseguito dicendo che “più il conflitto va avanti, più difficile sarà trovare una soluzione diplomatica”. 

La gravità dell’episodio che ha visto coinvolta la figlia dell’ideologo e braccio destro di Putin Alexandr Dugin è massima nella misura in cui l’attentato ha colpito al cuore Putin e il suo governo. Nonostante le autorità ucraine abbiano negato la propria responsabilità, quelle russe hanno avviato un’inchiesta per omicidio, mentre i servizi segreti russi (Fsb) fanno sapere di aver individuato in Natalya Vovk, dell’intelligence ucraina, l’autrice materiale dell’attentato.

Sulla morte della giovane donna si è espresso il Presidente Putin in persona definendo l’attentato “un crimine vile e crudele che ha spezzato la vita di una persona brillante e di talento, un vero cuore russo, gentile, amorevole, comprensivo ed aperto. Alla patria ha dimostrato con i fatti cosa vuole dire essere patriota della Russia”.

Le conseguenze

Non si conoscono ancora le conseguenze che l’attacco potrà avere sul destino della guerra tra Russia e Ucraina. Sicuramente la comunità internazionale è in allarme poiché si ha il timore che l’accaduto possa aggravare ulteriormente la crisi politica, economica ed energetica derivante dagli sviluppi del conflitto

Non è infatti un caso che oggi i presidenti Emmanuel Macron, Olaf Scholz, Boris Johnson e Joe Biden, dopo essersi riuniti in videoconferenza, abbiano invitato i russi ad agire con cautela nei pressi della centrale nucleare di Zaporizhzhia in attesa dell’ispezione ufficiale dell’Aiea (Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica). La zona è al centro dell’attenzione internazionale da settimane dato che è occupata da militari russi che minacciano di manometterne i sistemi con possibili conseguenze catastrofiche su tutto il territorio ucraino ed europeo. 

Sul fronte gas invece non si hanno notizie, tuttavia si teme che le conseguenze dell’attentato possano aggravare le già precarie condizioni degli accordi tra l’Europa e la Russia. Una buona notizia per l’Italia arriva dall’Eni che ha annunciato ufficialmente di aver scoperto un nuovo giacimento di gas al largo dell’isola di Cipro. Cronos-1, questo il nome del pozzo, si trova a quasi duecento chilometri dall’isola ad una profondità di circa duemila metri e garantirà nuovi approvvigionamenti di gas al nostro paese. Rifornimenti che limiteranno sicuramente la crisi inflativa determinata dal rincaro dei prezzi del gas.