Che non si dica più che Giorgia Meloni sia anti-europeista. Perché il premier italiano in questi giorni si è recato in Algeria per mettere a segno un colpo che non riguarda solamente l’Italia, ma bensì tutta l’Europa. Alla faccia, quindi, dei criticoni dell’area di sinistra che durante la campagna elettorale sottolineava quanto un governo di destra a guida Meloni sarebbe stato ben lontano dalla visione di Bruxelles.

Giorgia Meloni, infatti, alle parole futili risponde con le azioni sul campo. Il primo ministro italiano è stato accolto ad Algeri dove la attendevano per mettere a punto un piano che avrebbe sorriso all’Italia e all’Europa in termini di rifornimento energetico. Perché si sa, da ormai un anno si stanno cercando fonti alternative per sganciare tutta l’eurozona dalla dipendenza del gas russo. Detto fatto, neanche dopo sei mesi dall’insediamento il governo Meloni potrebbe già chiudere accordi che accorcerebbero di molto le tempistiche per rompere questo legame con Mosca.

L’obiettivo è quello di porre le basi per il cosiddetto Piano Mattei attraverso cui il governo italiano – supportato da Eni e Confindustria – avvierebbe una stretta collaborazione con i Paesi africani per trasformare l’Italia nell’hub energetico del Mediterraneo di cui beneficerebbero tutti, Europa compresa. L’Algeria negli ultimi mesi, infatti, è divenuta il principale fornitore di gas naturale per il nostro Paese e di certo non si può permettere di rigettare le richieste e le opportunità che il loro primo cliente gli sta offrendo. Meloni si fa promotrice in prima persona di un progetto che si fonda su un rapporto più continuo con i paesi della sponda sud del Mediterraneo non solo per l’interesse dell’Italia, ma dell’intera Europa, con l’obiettivo di colmare un vuoto di cui avevano approfittato Russia e Cina. In questo modo si arginerebbe la presenza delle due superpotenze aumentata sensibilmente con elementi di destabilizzazione evidenti.

Una vittoria su tutti i fronti quella di Meloni che da Algeri porta a casa le cinque intese firmate durante la visita ufficiale: la dichiarazione congiunta per “rafforzare ulteriormente le eccellenti relazioni” fra i due Paesi nel campo politico, economico e culturale, e i quattro accordi privati, inclusi i due fra Eni e Sonatrach, su idrogeno e riduzione dei gas serra.

Per infangare questa successo di Meloni sicuramente la sinistra dirà che ci si sta appropriando di un progetto già ben avviato da Mario Draghi. Poco importa, i meriti andranno anche a chi farà fruttare questa partnership con un Paese che, ricordiamo, è da sempre un alleato strategico della Russia ma che in questo periodo di trattative con i paesi “nemici” di Mosca sembra non tenere troppo conto delle proprie posizioni. L’ambizione di Meloni, poi, andrà oltre: con questo ponte verso l’Europa il premier tenterà di attirare a sé anche i Paesi meno stabili cercando di aggiungere un altro obiettivo a quello energetico. Gli effetti positivi che questa cooperazione “non predatoria” avrebbe su determinati Paesi inficeranno anche sui flussi di migranti che proprio da queste zone vengono incentivati, tema che prima o poi l’Europa dovrà smettere di ignorare.