Al Forum Ambrosetti di Cernobbio sono intervenuti tutti i leader dei principali partiti del Paese. Il meeting, che riunisce in un solo luogo i maggiori rappresentanti del tessuto imprenditoriale ed economico sia nazionale che internazionale, è un’occasione fondamentale per la visibilità e il networking della politica in vista delle elezioni di fine mese.

Gli interventi

I leader dei maggiori gruppi partitici, con l’eccezione di Giuseppe Conte che si è collegato via video da Napoli, erano tutti fisicamente presenti alla rassegna. Gli interventi, rigorosamente succedutisi rispettando l’ordine alfabetico, hanno dato la possibilità agli esponenti di esprimersi con chiarezza di fronte al gotha dell’impenditoria e della finanza italiana e non. Carlo Calenda, Giuseppe Conte, Enrico Letta, Giorgia Meloni, Matteo Salvini e Antonio Tajani hanno parlato per circa due ore rispettando la formula del giro di tavolo, in un dibattito che è stato moderato dal direttore del Corriere della Sera Luciano Fontana.

Il leader di Azione ha incentrato tutto il suo intervento sulla necessità della governance italiana di perpetrare l’agenda programmatica del dimissionario Governo Draghi. Solo la pragmaticità di visone dell’ex Presidente del Consiglio sarebbe capace, a detta del leader, di tenere testa alle grandi sfide che il Paese si troverà ad affrontare, dai fondi del Pnrr al contrasto alla bomba inflativa conseguente alla crisi energetica.

Intervenuto da Napoli, dove è impegnato nel tour elettorale, il Presidente del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte, che ha basato il suo discorso tutto sulle tematiche del lavoro e della giustizia. Le tematiche che ha affrontato sono state la necessità di abolizione dell’Irap e quella di riforma della velocità dei processi. Solo limitando l’imposizione fiscale sulle imprese e velocizzando il tempo di attuazione dei processi il Paese, secondo il leader, potrà allinearsi a quelli europei.

L’intervento del Segretario del Partito Democratico ha avuto come cardine il tema della stabilità. Solo una forza politica centrata e fortemente inserita nell’Unione Europea sarà in grado di evitare la recessione, contenere l’aumento dei prezzi e gestire i fondi del Pnrr.

Il discorso della leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni è stato invece basato quasi esclusivamente su tematiche economiche. L’ex Ministro ha espresso la volontà sia di evitare ulteriori scostamenti di bilancio per non gravare eccessivamente sul debito, sia di imporre un tetto al prezzo dell’energia (price cap) così come lo scorporo tra il costo del gas e dell’elettricità (decoupling). Sul Pnrr le parole meno rassicuranti, infatti per la leader il piano deve poter subire modifiche e implementazioni funzionali per il Paese.

Il Segretario della Lega Matteo Salvini ha invece espresso la necessità di modificare l’atteggiamento europeo in tema di sanzioni alla Russia. A detta del leader questo andrebbe modificato nella misura in cui l’attuale assetto colpirebbe maggiormente i cittadini più che la Russia. A conclusione del suo intervento, Salvini si è espresso anche sulla possibilità di spostare a Milano, città dove sono registrati i brevetti, il Ministero per l’Innovazione Tecnologica.

A conclusione dell’incontro, il Vice Presidente di Forza Italia Antonio Tajani è intervenuto rimarcando la necessità, per l’Italia, di realizzare una politica energetica finalizzata a tutelare l’interesse nazionale. Centrali nucleari e ricerca di fonti alternative al fine di non dover più dipendere da paesi terzi sarebbero i punti programmatici da seguire con maggior determinazione. A conclusione del suo discorso, l’ex Presidente del Parlamento Europeo ha auspicato un mutamento nella psicologia nazionale diametralmente opposta a quella espressa dai 5 Stelle e del Pd, a sua detta espressione di una volontà finalizzata alla decrescita.