Il referendum della giornata di ieri ha segnato un record in negativo nella storia della Repubblica italiana. E’ stato il referendum con la percentuale di affluenza più bassa in assoluto, fallendo inevitabilmente l’obiettivo quorum. Fino a ieri il referendum con la percentuale peggiore in termini di cittadini votanti era quello del 2009 sulla legge elettorale (23,7%).

I dati del referendum sulla giustizia

Secondo i dati del Viminale, infatti,  l’affluenza definitiva (7.903 Comuni su 7.903) per il voto di ieri sui 5 referendum sulla giustizia è stata poco superiore al 20,9%. Al primo quesito (“Incandidabilità dopo condanna”) l’affluenza è stata del 20,95%; al secondo quesito (“Limitazione misure cautelari”) l’affluenza è stata del 20,93%; al terzo quesito (“Separazione funzioni dei magistrati”) l’affluenza è stata del 20,93%; al quarto quesito (“Membri laici consigli giudiziari”) l’affluenza è stata del 20,92%; al quinto quesito (“Elezioni componenti togati CSM”) l’affluenza è stata del 20,92%.

Lo spoglio confermerebbe, anche se inutilmente, la “vittoria” del Sì, anche se per alcuni quesiti (primo e secondo soprattutto) la forbice è meno ampia di quanto ci si aspettava. Per l’abolizione della legge Severino il No ha raggiunto il 45,9% mentre il Sì ha ottenuto il 54%; per il limite alle misure cautelari il No si attesta al 43,87%. Sui quesiti restanti invece c’è stata quasi un’unanimità nel voto: il Sì ha raggiunto il 74% per la separazione delle funzioni dei magistrati, 72 % sul diritto di voto agli avvocati nella valutazione dei magistrati e 72,6 % anche per l’abolizione delle firme per le candidature al Csm.

Da nord a sud, un’ondata di astensionismo senza precedenti

Già nei giorni precedenti al voto i sondaggi non erano molto positivi circa l’affluenza alle urne e il superamento del quorum al 50% sembrava un miraggio. Ma il risultato raccolto dal referendum proposto da Lega e Radicali è peggiore di quello che ci si aspettava. Da nord a sud, i cinque quesiti del referendum sulla giustizia non hanno fatto breccia negli interessi dei cittadini. In alcune parti di Italia si si sono registrati dei picchi minimi di affluenza a dir poco imbarazzanti: ad Austis (Nuoro) e Luson (Bolzano) l’affluenza non è riuscita a raggiungere neanche il 4%, mentre nel comune ligure di Cicagna il quorum è stato di gran lunga superato (58,99%). Male invece le grandi città: a Milano, Roma e Napoli l’affluenza è sotto il 20%. Tra le regioni, dove si è votato di più è la Liguria (28,2%), a seguire il Veneto (26,86%); fanalini di coda, invece, Trentino-Alto Adige (13%) e Molise (14%).