La vittoria dell’Ucraina all’Eurovision 2022, il contest musicale più seguito d’Europa, non ha sorpreso nessuno ma ha fatto storcere più di qualche naso. Quarta al termine delle votazioni delle giurie nazionali, la Kalush Orchestra ha trionfato dopo il televoto staccando nettamente Regno Unito e Spagna. Con buona pace del cantante britannico Sam Ryders, che in altre circostanze avrebbe conquistato il gradino più alto del podio.

La vittoria dell’Ucraina appare un po’ una forzatura. “Stefania” non era certo il miglior brano in gara e difficilmente si sarebbe aggiudicato il primato per la sua qualità musicale. Lo ha fatto per ragioni politiche.

Negli ultimi tre mesi, da quando il Paese è stato invaso dalla Russia, gli occhi del mondo si sono rivolti all’Ucraina come mai era accaduto in precedenza. La fierezza del suo popolo è stata ammirata da tutti, così come il coraggio di un presidente che ha imbracciato il fucile ed è sceso a combattere al fianco dei suoi concittadini.

Abbiamo visto donne, bambini e anziani lasciare tutto e scappare. Abbiamo visto madri fuggire per assicurare un futuro migliore ai propri figli e altre madri piangere sul cadavere dei loro ragazzi. E abbiamo ascoltato gli appelli di Zelensky. Uno degli ultimi è arrivato proprio alla vigilia della finale dell’Eurovision, quando il presidente ha invitato a votare il brano della Kalush Orchestra. Una canzone che parla del rapporto tra madre e figlio e che è diventa il simbolo perfetto del momento storico che stiamo vivendo.

Il mondo ha risposto all’appello di Zelensky e ha lanciato un messaggio dalla straordinaria forza politica: l’Ucraina non è sola. L’Europa è compatta contro la Russia e le azioni di Vladimir Putin. Una vittoria che premia il messaggio, quindi, a scapito della qualità delle canzoni in gara.

I soliti noti hanno gridato “Fuori la politica dalla musica”, ma la musica è sempre stata un ponte tra culture e veicolo di messaggi politici. Non stupisce che lo sia ancora oggi. La stessa decisione di espellere la Russia ha carattere politico.

Il palco della kermesse è diventato simbolo di pace, confermando la capacità della musica di andare oltre le note e le parole, e di unire le persone in nome di cause più grandi.