L’esercito curdo ha risposto agli attacchi missilistici turchi intercorsi nei giorni scorsi e scaturiti dopo l’attentato verificatosi una settimana fa ad Istanbul. Cinque razzi sono stati inviati su un piccolo villaggio turco al confine con la Siria dove, fa sapere il ministero dell’Interno di Ankara, sono morte tre persone, mentre altre sei sono rimaste ferite.

L’offensiva

L’offensiva è scattata immediatamente dopo che l’esercito turco, nell’ambito dell’operazione militare chiamata “Spada e Artiglio”, aveva deciso di lanciare un bombardamento sulle milizie curde in Siria ed Iran, provocando circa trentacinque morti e quaranta feriti sia tra i militari che i civili secondo quanto riferito oggi dall’Osservatorio siriano per i diritti civili.

La risposta curda potrebbe avere come immediata conseguenza il concretizzarsi di in un attacco su larga scala qualora l’esercito perseverasse nel voler rispondere all’offensiva turca. È lo stesso presidente turco Recep Tayyip Erdogan a renderlo noto, dichiarando la volontà di impiegare anche truppe via terra oltre all’arsenale missilistico.

Arsenale che nel frattempo è già riuscito nell’obiettivo di colpire le milizie del Pkk, il partito curdo dei lavoratori e principale sospettato dell’attentato avvenuto al centro di Istanbul la settimana scorsa e che aveva provocato sei vittime.

Inoltre, Erdogan ha dichiarato la propria autonomia militare nei confronti di player internazionali di peso, affermando che “la Russia e gli Usa sanno che la Turchia può portare avanti operazioni militari di questo tipo contro le forze curde in qualsiasi momento” e criticando contestualmente gli Stati Uniti per aver foraggiato economicamente e con “migliaia di armi, equipaggiamento e munizioni in zone del terrore in Siria”.