Nel tentativo di “imitare” il centrodestra, che è riuscito a portare a Palazzo Chigi una donna per la prima volta nella storia della Repubblica italiana, arriva con qualche mese di ritardo anche la sinistra con una nuova – ma decisamente non brillante o autentica – proposta. Elly Schlein è scesa in campo e si è candidata ufficialmente alle primarie del Partito Democratico che si terranno lo scorso anno.

Quella sinistra progressista ha rimuginato settimane e settimane su come una forza così conservatrice come la destra sia riuscita ad essere più innovativa di loro, i “paladini” dei diritti civili. Ed eccoci giunti al punto di svolta, secondo i democratici: anche la sinistra potrebbe avere un leader donna. Ancora una volta però ci si perde nel combattere le battaglie sbagliate perché la presenza o meno di una donna leader non deve dipendere dal genere in sé, ma dalle capacità e dal valore aggiunto che una donna in politica riesce a dare.

Ed Elly Schlein in questo caso è solamente un vessillo che il centrosinistra sventola per moda o imitazione, ma che risulta fin da subito inconsistente, con la possibilità di trasformarsi in un boomerang. Vuoto e privo di contenuti, inoltre, è stato il discorso che la deputata del Partito Democratico ha tenuto durante l’evento in cui ha annunciato la sua corsa alla segreteria del partito.

Ancora una volta la retorica sinistroide – nonché radical chic – ha preso il sopravvento, dimostrando quando il Partito democratico e l’ala “progressista” siano completamente lontani e ignari da quelle che sono le necessità del Paese e le tematiche che in passato erano il cavallo di battaglia della sinistra. Schlein sottolinea il bisogno del Pd di ritrovare un’identità chiara, ma parlare ancora una volta dei diritti civili e della comunità LGBTQ non ha alcun senso in questo momento storico.

Gli illusi e i delusi dalla sinistra continueranno a rimanere tali se il Partito democratico proseguirà a ignorare il lavoro nonché la questione dei diritti dei lavoratori, l’uguaglianza sociale il sostegno delle persone in difficoltà. Inevitabile, quindi, che il Movimento 5 Stelle rosicchia pian piano fette di elettorato a sinistra alla quale non servirà nessuna Schlein, nessun Bonaccini o De Micheli per risollevare le sorti di un partito distante anni luce dai suoi temi storici.