Un Paese che non è in grado di rinnovare i propri testi costitutivi in modo diacronico e coerente non è destinato a perdurare. In vista delle elezioni che si svolgeranno alla fine del mese di settembre, i partiti dovranno necessariamente confrontarsi con il tema delle riforme istituzionali. L’Italia è sì uno Stato moderno, ma è ancorato a modelli di governance vetusti che non permettono la sua evoluzione, vincolata da farraginosità burocratiche e leggi astruse e complesse. La necessità di rinnovamento è impellente, e solo chi saprà cavalcare l’onda del cambiamento avrà un ritorno dalle urne.
I programmi
I testi dei programmi elettorali in tema di riforme risultano essere poco strutturati e a tratti lacunosi. Infatti, se si entra un po’ più nel dettaglio, si nota come quelle esposte sono idee senza argomentazioni su come sia possibile metterle realmente in pratica. Dal presidenzialismo alla sfiducia costruttiva, tutti i programmi evidenziano, nessuno escluso, una carenza progettuale probabilmente dovuta alla consapevolezza che i partiti hanno su quanto sia realmente difficoltoso apportare delle modifiche strutturali alla Costituzione.
CENTRO DESTRA
La coalizione di Centro Destra ha proposto un programma in cui il punto saliente in tema di riforme istituzionali è la volontà di istituire l’elezione diretta del Presidente della Repubblica da parte dei cittadini. Nel testo non si fa riferimento ad eventuali implementazioni in termini di potere esecutivo che la nuova figura di Presidente potrebbe assumere, anche se Forza Italia ha fatto esplicite allusioni alla volontà di realizzare una presidenza con pieni poteri esecutivi, del tutto simile al modello francese. Anche Fratelli d’Italia si è detta favorevole alla possibilità di una tale riforma costituzionale, mentre la Lega ha incentrato la propria proposta sul federalismo fiscale.
TERZO POLO
La novità sostanziale proposta dalla coalizione composta da Italia Viva e Azione è quella relativa all’elezione del Presidente del Consiglio. In base a questa riforma, che prevede congiuntamente anche una riforma del sistema elettorale, il presidente del Consiglio non sarebbe scelto dalla maggioranza di Governo, ma direttamente dagli elettori. Parallelamente a questo, il Terzo Polo ha incentrato il proprio programma anche sulla volontà di introdurre lo Ius Scholae, superare il bicameralismo paritario e riformare la giustizia virando verso un’ottica garantista.
MOVIMENTO 5 STELLE
Leggermente più strutturata la proposta programmatica del Movimento 5 Stelle, che affronta diversi temi. Il più sostanziale è sicuramente la proposta della cosiddetta “sfiducia costruttiva”, misura che prevede che un governo non possa essere sfiduciato se contestualmente il Parlamento non vota la fiducia a un altro Governo. Inoltre, i grillini propongono una legge che impedisca ai parlamentari di cambiare partito durante una legislatura, il limite di due mandati esteso a tutto il Parlamento, un’estensione del diritto di voto ai sedicenni e una regolamentazione in tema di droghe leggere.
PARTITO DEMOCRATICO
Il programma del Partito Democratico propone innanzitutto che venga approvata una nuova legge elettorale. Non specifica però di che tipo dovrebbe essere, e si limita a dire che rispetto a quella attuale non dovrebbe avere le “liste bloccate”. Il sistema attuale prevede infatti che la graduatoria dei candidati in lista scelti dai partiti non sia modificabile, e gli elettori non hanno possibilità di dare la preferenza a un determinato candidato. Inoltre, il PD propone l’abolizione della legge Bossi-Fini e la legalizzazione della cannabis per uso personale.