Il presidente del Consiglio Mario Draghi si è recato stamane al Quirinale. Il colloquio con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella si inserisce nell’ambito dei normali “contatti interlocutori” previsti in questa delicata fase. Un passaggio doveroso, quindi, visto che la scorsa settimana era stato proprio Mattarella a chiedere al premier un passaggio alle Camere dopo aver respinto le sue dimissioni arrivate in seguito allo strappo M5s sul dl aiuti.

Tra i temi del colloquio, oltre alla crisi di governo, anche il viaggio in Algeria che Draghi ha tenuto nella giornata di ieri. Il presidente del Consiglio ha riferito al capo dello Stato degli accordi raggiunti ad Algeri sulla questione energia, prioritaria nell’agenda politica e istituzionale italiana.

Incontro Draghi – Letta

Prima di recarsi al Quirinale, Draghi ha incontrato il segretario Pd Enrico Letta. Sui contenuti del colloquio non sono trapelate indiscrezioni. Da ogni parte, intanto, arrivano appelli affinché si vada avanti con Mario Draghi. Nel giorni e nelle ore che precedono il voto di fiducia, che deciderà le sorti del governo, tutti invocano che la crisi venga scongiurata. La Chiesa, i sindaci, il mondo dell’associazionismo chiedono responsabilità politica e istituzionale per affrontare le diverse crisi che nei mesi si sono sommate e che stanno portando l’Italia al collasso.

Salvini: no a governo con 5 Stelle

Matteo Salvini ha incontrato questa mattina i suoi ministri e sottosegretari confermando “grande compattezza”. “Il partito – tuttavia – è indisponibile a proseguire il lavoro con gli inaffidabili 5 Stelle e senza chiarezza. L’auspicio è garantire all’Italia soluzioni all’altezza, evitando che provocazioni, liti e figure inadatte blocchino il Paese”. All’ora di pranzo è previsto un vertice del centrodestra di governo a Villa Grande, dove alloggia Silvio Berlusconi.

Conte sempre più isolato

All’interno del Movimento 5 Stelle si consuma lo scontro tra Conte e i governisti, con il leader pentastellato che lancia un ultimatum: “Se qualcuno ritiene di non poter condividere un percorso così partecipato e condiviso faccia la propria scelta in piena libertà, in maniera chiara, subito e senza ambiguità”, ha detto l’ex premier. Per quanto riguarda la crisi di governo, “adesso la decisione non spetta a noi ma al premier Draghi”, ha aggiunto Conte, il cui sostengo in seno al Movimento 5 Stelle è sempre più risicato. Prova ne è il licenziamento del suo fedelissimo Rocco Casalino, cacciato con una mail.

Cosa succede mercoledì

Mercoledì sarà il giorno decisivo per conoscere le sorti del governo. Draghi prenderà la parola prima al Senato e poi, solo se lo reputerà necessario, alla Camera. Il presidente del Consiglio potrebbe scegliere di non attendere il dibattito e il voto sulle comunicazioni e di abbandonare subito dopo aver parlato. Ciò significa che salirebbe al Colle per rassegnare le dimissioni. Qualora però reputasse che le condizioni politiche siano idonee a proseguire l’azione di governo, avrebbe a disposizione il voto sulle comunicazioni rese in Parlamento.

Nel caso di dimissioni del premier la parola passerebbe al presidente Mattarella, che potrebbe sciogliere le Camere. Se si dovesse andare alle elezioni, le date più probabili sono quelle del 25 settembre o del 2 ottobre.