Nel primo pomeriggio si voterà in Senato la fiducia al DL Aiuti. Ieri Giuseppe Conte ha preannunciato che il Movimento 5 Stelle si asterrà dalla votazione e uscirà dall’Aula. La decisione apre di fatto una crisi nel governo Draghi, con diversi possibili scenari.

Fine della legislatura?

Sembra che i tentativi di mediazione tra Draghi e Conte della scorsa settimana non abbiano dato i frutti sperati. Né le raccomandazioni sui temi identitari del Movimento (reddito, salario minimo, aiuti a imprese e famiglie) né le aperture fatte ai sindacati sono riuscite ad arginare una crisi che ormai appare senza ritorno.

Nella serata di ieri, al termine di un vertice straordinario, Conte ha confermato la decisione di non votare la fiducia al DL Aiuti. “Non siamo disponibili a concedere cambiali in bianco, le dichiarazioni di intenti non bastano», ha detto, dopo aver definito come non sufficienti le aperture fatte dal premier, attribuendosi però contemporaneamente il merito di quanto Draghi aveva preannunciato in settimana limitatamente all’arrivo di un nuovo decreto a sostegno delle famiglie.

Prima delle dichiarazioni, il leader del Movimento 5 Stelle e il Presidente del Consiglio si erano sentiti telefonicamente per cercare di trovare un punto di caduta. Durante il confronto sembra che Draghi abbia ribadito al suo predecessore l’impossibilità da parte del governo di sopportare ricatti e veti, sottolineando la necessità dello stesso di essere pienamente sostenuto e operativo.

Ora la decisione spetta a Draghi, che ora si trova a scegliere se salire al Colle o cercare una verifica della maggioranza in Parlamento. Qualora rassegnasse le dimissioni da Presidente del Consiglio, gli scenari che si intravedono all’orizzonte sono tre: riconferma, elezioni in autunno o governo tecnico.

Le dichiarazioni

In quella che il Ministro per la Cultura Franceschini ha definito come “una giornata complicata”, la presa di posizione dei grillini ha suscitato fermento nelle diverse fazioni politiche.

Fratelli d’Italia, Pd, Forza Italia e Lega si dicono pronti a sostenere la possibilità di andare a nuove elezioni in autunno, mentre Insieme per il Futuro e Italia Viva ribadiscono la necessità di proseguire con l’attuale esecutivo.

Sul fronte europeo anche il Commissario all’Economia Gentiloni si è espresso sulla possibile crisi di governo, sostenendo la necessità di mantenere la stabilità soprattutto in una situazione internazionale già profondamente compromessa.