“Sono milioni le persone con disabilità che ogni giorno combattono per una vita indipendente e che ci insegnano come affrontare con forza vitale e grande dignità le difficoltà: a loro dobbiamo rispetto”. Queste le parole del presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione della Giornata internazionale delle persone con disabilità che si celebra oggi, 3 dicembre.
“Alle loro straordinarie famiglie, ai volontari e alle associazioni che si battono per l’affermazione dei loro diritti va oggi l’apprezzamento della Repubblica”, ha aggiunto il capo dello Stato.
I disabili come risorsa sociale
La Giornata internazionale delle persone con disabilità è stata istituita dall’ONU con l’obiettivo di promuovere i diritti e il benessere di tutti coloro che convivono con una forma di disabilità: si tratta di un numero significativo di persone, a rischio di aumentare con l’invecchiamento della popolazione.
“Salute, istruzione, mobilità, lavoro, sono diritti che per le persone con disabilità rappresentano il frutto di lunghe battaglie lastricate di dolore, mortificazione, senso di ingiustizia e impotenza, episodi di discriminazione”, ha spiegato ancor Mattarella.
“L’inclusione delle persone con disabilità è banco di prova della piena affermazione dei diritti umani. Gli importanti progressi della tecnologia sono di ausilio per superare le limitazioni che ostacolano la vita delle persone con disabilità, favorendone la piena partecipazione. Va incoraggiato ogni progresso in questa direzione per andare oltre ogni barriera. Le persone con disabilità sono una risorsa per la comunità e la loro partecipazione alla vita della società è prezioso”.
Disabili e diritto al lavoro
Per le persone con disabilità l’inclusione lavorativa è uno dei temi fondamentali. Stando ai dati ISTAT però, tra le persone disabili tra i 15 e i 64 anni che potrebbero lavorare risulta occupato solo il 32,2% contro il 59,8% delle persone senza disabilità: il tasso di occupazione è più basso della media europea, che è invece superiore al 50%, quasi 20 punti in più.
I numeri sono ancora più drammatici per le donne, per i giovani e per il Sud: la Lombardia, da sola, occupa tante persone disabili quanto l’intera macro area Sud-Isole e l’età media delle persone disabili occupate è molto alta, 59 anni. L’inclusione per chi ha la sindrome di down è anche più bassa, ha un lavoro solo il 10%.
In Italia, a oltre vent’anni dalla sua promulgazione, la legge 68 che tutela l’inserimento delle persone disabili nel mondo del lavoro grazie al collocamento mirato non funziona abbastanza. Questo sia perché il sistema pubblico di collocamento non riesce a realizzare più di 20-30mila inserimenti l’anno, sia perché le aziende non temono le multe perché i controlli sono quasi inesistenti.
In Italia quindi ci sono circa un milione di persone disabili disoccupate o in cerca del primo impiego. Oltre al piano culturale, è il momento di agire anche sul piano normativo per dare a tutte e tutti la possibilità di lavorare.