A due giorni dall’inizio di Qatar 2022 ecco la prima grande sorpresa. L’Argentina di Leo Messi ha perso all’esordio mondiale – come Maradona nel ’90 – contro la nazionale dell’Arabia Saudita per 2-1. Non basta il gol del capitano argentino nel primo tempo: i sauditi la ribaltano in cinque minuti all’inizio della ripresa.

E’ salvo il record dell’Italia di Roberto Mancini: se l’Argentina non avesse perso avrebbe eguagliato i 37 risultati utili consecutivi raggiunti dagli Azzurri. Così facendo, Messi & Co. si fermano a quota 36. Una misera soddisfazione per chi è lontano da Doha c’è: il record d’imbattibilità rimane a Casa Italia.

L’Argentina parte forte, poi inizia l’incubo

Il Lusail Stadium è stata una vera e propria bolgia, guidata soprattutto dai tifosi argentini accorsi a Doha con la speranza di celebrare finalmente il Mondiale tanto sognato. E all’inizio le prospettive sembravano esaltanti. Dai primi minuti del primo match della giornata si era percepito quale sarebbe stato l’andamento. L’Albiceleste passa in vantaggio con il rigore realizzato da capitan Lionel Messi al decimo minuto di gioco. A metà del primo tempo Lautaro Martinez è colto in fuorigioco e pertanto il gol del 2-0 gli viene annullato. Nonostante le occasioni sprecate, la nazionale sudamericana ha sempre dato l’impressione di avere il pallino del gioco. La magia però si è interrotta a inizio secondo tempo, complice da una parte la troppa convinzione di prevalere facilmente sull’avversario saudita e dall’altra le scelte non lungimiranti del ct Scaloni.

Appena rientrati in campo inizia la favola saudita. Al 48′ arriva il pareggio di Saleh Al-Shehri con un diagonale stampato sul muso di Romero. Solo cinque minuti dopo, il gol della gloria di Salem Al-Dawsari con una meravigliosa parabola all’incrocio che manda in estasi i tifosi dell’Arabia Saudita e chiude ufficialmente i giochi. Da quel momento in avanti, infatti, gli argentini arrancano nel totale disordine perdendo pazienza e lucidità. Anche con 14 minuti di extratime, non sono riusciti a impensierire troppo gli avversari, attenti e ben organizzati nel difendere la propria porta. A fine gara il portiere saudita Mohammed Alowais è stato eletto MVP portandosi a casa almeno cinque parate cruciali. 

Hervé Renard, l’eroe francese che esalta l’Arabia Saudita

La vittoria dell’Arabia Saudita sull’Argentina ha un nome e un cognome: Hervé Renard. Il ct francese ha incartato l’Albiceleste di Scaloni piazzando Al-Malki davanti alla difesa con l’obiettivo di intercettare il pericolo numero uno Leo Messi, alzando Al-Shehri di punta per pressare e tentando così di portare avanti l’offensiva che ad oggi li ha consegnati alla storia. Un 4-1-4-1 a linee strette, fatto di lotta, organizzazione e sacrificio che ha creato molti problemi agli argentini, soprattutto per il gioco di esterni creativi come Di Maria e Gomez, entrambi sottotono per tutto il match. Così facendo Renard ha creato un sistema in grado di mandare in tilt la Nazionale più gettonata per la vittoria finale. E non solo: è riuscito addirittura a batterla. L’allenatore francese, comunque, non è estraneo alle imprese: nel 2012 portò lo Zambia a vincere la sua prima storica Coppa d’Africa, mentre nel 2015 guidò al successo della competizione africana la Costa d’Avorio dopo un digiuno lungo 23 anni.