La Roma supera il Feyenoord 1-0 e si aggiudica la finale di Conference League. 22 maggio 2010 – 25 maggio 2022, 12 anni erano passati dall’ultima vittoria di una coppa europea di una squadra italiana. Nel 2010 Mourinho conquistava la Champions League con l’Inter e nel 2022 è la Roma, sempre di Mourinho, che si aggiudica la prima Conference League. Il tecnico portoghese fa tripletta diventando il primo, e chissà per quanto tempo unico, allenatore ad avere nel suo palmares tutte e 3 le competizioni europee riconosciute dal UEFA.

La partita

Alla National Arena i tifosi della Roma la fanno da padrona. Coreografia pazzesca grazie alla superiorità numerica rispetto ai tifosi del Feyenoord. La partita inizia con gli olandesi che tengono il pallino del gioco, non creando nessun pericolo ma facendo correre gli avversari. Al minuto 33 l’errore di Trauner lascia a Zaniolo la prima vera occasione della partita e il gioiello giallorosso trasforma con freddezza. Roma in vantaggio e per i restanti minuti del primo tempo gestisce e non permette agli avversari di trovare spazi. Nel secondo tempo il Feyenoord parte con la marcia più alta inserita e mette in seria difficoltà la Roma, i legni e le prodezze di Rui Patricio salvano i giallorossi che sembrano essere sulle gambe. Limiti evidenti della squadra olandese si vedono nel momento in cui devono attaccare a difesa schierata e senza qualità per gli ultimi 20 minuti creano poco e anzi rischiano di subire il secondo gol con le ripartenze della Roma. Poco importa che la partita non sia stata delle più belle, torna finalmente un trofeo in Italia e possono partite i festeggiamenti nella Capitale.

Lo Special One

Se ti chiami Special One, i tifosi appena arrivi già si aspettano tanto da te. Ad inizio stagione erano molti i dubbi sul portoghese, data l’ultima e non fortunata esperienza al Tottenham e soprattutto l’approdo in una piazza che di facile non ha mai avuto nulla. La Roma arrivava da un settimo posto, da 14 anni senza trofei e da continui cambi di strategie e progetti societari. La mano di Mou si è vista subito dal mercato estivo, la società ha speso 100 milioni. Giocatori venuti grazie a Mourinho e al suo status, esempio lampante è stato Abraham che dal Chelsea, seppur nel ruolo di riserva subentrante, ha scelto la capitale italiana per rilanciarsi. La volontà di dar spazio ai giovani, di far fare il salto di qualità a quei giocatori dal potenziale mai espresso. Il più importante forse, quello di dare uno scossone ad una piazza che si è sempre sentita grande ma non è mai riuscita a diventarlo. Sulle spalle del tecnico portoghese quindi c’erano molte responsabilità, arrivare tra le prime 6 in campionato, far tornare la gente allo stadio nel post pandemia e soprattutto vincere un trofeo europeo che a Roma non si vedeva da troppo tempo. Risultato stadio sempre pieno, piazza rinata, giocatori valorizzati e che hanno acquistato valore e consapevolezza e ultimo ma più importante di tuti il primo trofeo europeo per i giallorossi.

La coppa

La Conference League ai nastri di partenza è stata snobbata da molti, vedi il Tottenham, ma dopo la vittoria della Roma tutti vorrebbero vincerla. Una competizione riconosciuta dal UEFA che mette a confronto le settime squadre dei campionati maggiori più accesso tramite play-off di squadre proveniente dalle restanti nazioni europee. Non porta introiti record o incontri con squadre blasonate, vedi il nostro articolo qui, ma che è pur sempre un trofeo. Le avversarie della Roma erano tutte qualitativamente inferiori e per questo la pressione sui ragazzi e soprattutto sull’allenatore è sempre stata altissima. La gestione però è stata impeccabile, mischiando complimenti a dure interviste, come quella dopo la brutta figura con il Bodo Glimt, dove si è scagliato contro la squadra in modo netto e senza peli sulla lingua. Questo è Mourinho, un allenatore che in tutte le squadre dove è andato è sempre stato un abile gestore, soprattutto sotto il punto di vista umano, e chissà che con lui la Roma non possa puntare a giocarsi qualcosa di “più importante”.

L’Italia e l’Europa

Il prossimo anno per la Roma ci sarà l’Europa League. Il vero punto di questa vittoria è l’impegno che bisogna mettere in questo tipo di competizioni. Per troppi anni si è pensato solo alla Champions League che, detto con la massima franchezza, ancora non è alla portata di una squadra italiana. Bisognerebbe fare un po’ più come Mourinho. Un tecnico che ha allenato le migliori squadre del mondo e vinto qualunque trofeo internazionale che comunque ha raggiunto l’obiettivo anche se per i non tifosi romanisti era una coppa minore. Ha fatto costruire una squadra con panchina lunga in grado di avere alternative valide per tutte le competizioni, ricordiamo che in Coppa Italia la Roma è uscita con l’Inter. Sopratutto vedendo la finale di Europa League di quest’anno le italiane che vi parteciperanno dovrebbero iniziare a prendere esempio dallo Special One.