La crisi di governo prosegue in attesa che mercoledì Draghi riferisca in Parlamento. Le forze politiche appaiono sempre più divise tra chi chiede di andare a elezioni anticipate e chi invece vorrebbe che Draghi resti a Palazzo Chigi.

Il nodo 5 Stelle

Dopo la rottura che si è consumata la settimana scorsa, i 5 Stelle sono sempre più divisi. Già dilaniati dalla scissione di Di Maio, nelle ultime ore si vocifera di un’altra possibile separazione da parte di una trentina di parlamentari fedeli all’ala governista. Tra questi si fanno i nomi di pezzi grossi del partito da sempre critici verso l’operato di Conte come D’Incà, Crippa e Dadone.

Sul versante opposto il capo politico del Movimento, assediato dalle critiche, sabato sera aveva postato un video sui social in cui ribadiva i nove punti – presenti già nel documento consegnato in precedenza a Draghi – utili affinché il Movimento potesse permanere all’interno del governo.

Il gesto, forse frutto di uno stato confusionale rispetto alla decisione presa, è stato giudicato come grottesco dalle altre forze politiche, in particolare Forza Italia e Lega. Queste ne hanno sottolineato soprattutto la volontà di perpetrare lo scenario di crisi.

Gli altri attori

Tra le altre forze politiche si registrano diversi atteggiamenti. Alcuni sperano che l’attuale esecutivo resti in piedi, altri invocano le urne e altri sono indecisi sull’azione da intraprendere.

Tra questi in particolare Forza Italia e la Lega che hanno definito ormai rotto il patto di fiducia sotteso all’esecutivo Draghi. Nel comunicato congiunto reso pubblico ieri i due partiti hanno dichiarato l’intenzione di voler attendere gli sviluppi della crisi prima di prendere una decisione.

Il Partito Democratico invece persiste nel suo tentativo di trovare un’intesa almeno con quell’ala del Movimento che si dice governista. La soluzione, più facile a dirsi che a farsi, consentirebbe a Letta di raggiungere il doppio risultato di preservare il cosiddetto “campo largo”, mantenendo allo stesso in piedi il governo.

Fratelli d’Italia, come era prevedibile, punta tutto sulla possibilità di andare al voto il prima possibile. Al vertice di tutti i sondaggi elettorali, Giorgia Meloni si dice pronta a prendere le redini del centrodestra. La leader si è inoltre scagliata contro l’iniziativa autonoma da parte di sindaci, imprenditori e del mondo dell’associazionismo di dichiarare il proprio sostegno a Draghi.