Il Presidente della Cina Xi Jinping ha aperto il ventesimo Congresso del Partito comunista cinese questa mattina a Pechino che, con tutta probabilità, gli conferirà il terzo mandato. Nel suo discorso il leader cinese lancia un messaggio forte e chiaro non solo alla sua nazione ma a tutto il mondo: “Non rinunceremo all’uso della forza su Taiwan”.

Xi Jinping verso il terzo mandato

L’appuntamento politico che si tiene ogni cinque anni nella Grande sala del popolo di Pechino ha riunito 2.296 funzionari e si chiuderà sabato 22 ottobre con la nomina dei massimi dirigenti del Politburo e del Comitato centrale per i prossimi cinque anni e, con ogni probabilità, con il conferimento di uno storico terzo mandato da segretario generale a Xi. Infatti dopo la riforma approvata nel 2018 che eliminava il limite di due mandati per la presidenza, Xi Jinping  potenzialmente può governare a vita. Uno degli aspetti di massimo interesse per questo Congresso è legato a un possibile erede del Presidente attuale: da questa riunione infatti potrebbe uscire un possibile erede fra i sette membri del Comitato permanente del Politburo, l’organo esecutivo ristretto attraverso cui il Partito governa la Cina.

Il discorso di apertura del Presidente: da Taiwan alla tolleranza zero sul Covid

“Non rinunceremo all’uso della forza e prenderemo tutte le misure necessarie per fermare i movimenti separatisti”. Questo è probabilmente il passaggio più significativo del discorso di apertura di Xi Jinping. Il Presidente ha inoltre chiarito che il Partito comunista dovrà mostrare “fermezza” nella risoluzione del dossier e “determinazione” nella riunificazione nazionale. Applausi entusiasti si sono elevati dalla numerosa platea estasiata dalle parole del loro leader, il quale ha aggiunto che rispetterà sempre i compatrioti di Taiwan e garantirà loro benefici attraverso scambi economici e culturali. “La risoluzione della questione è importante per lo stesso popolo cinese e va decisa dal popolo cinese”, ha chiarito.

Nel prossimo quinquennio la Cina rafforzerà le proprie capacità militari e il Partito controllerà le forze armate. “Gli sforzi per la modernizzazione dell’Esercito di liberazione nazionale devono continuare al fine di proteggere meglio la sovranità nazionale, la sicurezza e gli interessi di sviluppo nazionale” ma la Nazione non cercherà alcun tipo di espansionismo, ha chiarito Xi.

Sugli affari interni, Xi ha dichiarato che perseguirà una strategia “concreta” di “prosperità comune”, allargando le dimensioni del ceto medio e migliorando la distribuzione dei redditi e delle ricchezze. La riduzione della povertà rappresenta per Xi “uno dei tre grandi eventi dell’ultimo decennio”, assieme al centenario del Partito comunista e dell’ingresso in una “nuova era” del socialismo con caratteristiche cinesi.

Il leader ha inoltre elogiato il funzionamento del principio “Un Paese, due sistemi”, pensato per le regioni amministrative speciali di Hong Kong e Macao.  Su questo punto ha poi sottolineato come si debba lavorare al fine di promuovere “la prosperità e la stabilità a lungo termine e sostenere una migliore integrazione di Hong Kong e Macao nello sviluppo generale del Paese, così che possano giocare un ruolo più efficace nel realizzare il grande ringiovanimento della nazione cinese”.

Infine Xi Jinping ha difeso la strategia “tolleranza zero” nei confronti della pandemia di Covid-19,  aspramente contestata dai cittadini nei giorni che hanno preceduto l’apertura del Congresso ma anche da parte dell’establishment del Partito. Il segretario generale comunista ha concluso il suo discorso infine rivendicando la “rimozione di seri pericoli nascosti all’interno del Partito” durante la sua presidenza, chiaro riferimento alle campagne anti-corruzione che nell’ultimo decennio hanno portato all’epurazioni di diversi rivali politici, e con un appello all’unità del popolo cinese per raggiungere il “ringiovanimento nazionale”.