Il grido di aiuto di Piemonte, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Emilia-Romagna e Umbria è stato ascoltato dal Consiglio dei Ministri che lunedì ufficializzerà la dichiarazione di stato di emergenza. Al via quindi le prime misure necessarie a contrastare la siccità che sta mettendo a repentaglio il territorio e causando ingenti danni al comparto agricolo. A coordinare gli interventi per affrontare la “più grave crisi idrica degli ultimi 70 anni” – così l’ha definita Mario Draghi – sarà il capo della Protezione Civile Fabrizio Curcio o un suo delegato. Se la situazione peggiorerà, lo stato di emergenza verrà esteso a tutto il territorio nazionale.

Questi primi provvedimenti riguarderanno il rilascio dell’acqua dalle dighe, il collegamento temporaneo di acquedotti vicini, tutte le spese a carico dello Stato (e non più dei Comuni) per le autobotti utilizzate per l’approvvigionamento. Se le condizioni metereologiche non miglioreranno nei prossimi giorni (sono ancora previste temperature elevate almeno fino a martedì) e non ci sarà segno di precipitazioni, il commissario per l’emergenza idrica potrà autorizzare anche un razionamento dell’acqua a livello locale, provvedimento che in alcune parti del Piemonte e dell’Emilia Romagna è già stato attivato.

Anche Lombardia e Lazio soffrono l’emergenza idrica e proprio per questo potrebbero entrare molto presto nella lista delle Regioni che adotteranno a stretto giro delle misure a contrasto della siccità. A Milano, infatti, la portata del Naviglio grande verrà ridotta per risparmiare le cubature di acqua, mentre nel Lazio Zingaretti si è mobilitato firmando lo stato di calamità naturale fino al 30 novembre prossimo.

Tra le decisioni che verranno discusse e prese lunedì dal Consiglio dei Ministri, c’è anche la nomina di un Commissario straordinario per la siccità affiancato da un team di 30 persone che rimarrà in carica fino al 31 dicembre 2024. Avrà il compito di avviare “interventi prioritari salva-acqua” che comprenderanno l’ammodernamento delle vecchie infrastrutture e il miglioramento della manutenzione dei bacini e della rete idrica affidata ai concessionari.