Il Governo sta studiando come affrontare l’aumento dei prezzi dell’energia in vista dell’arrivo della stagione autunnale. Mentre alcuni partiti, in campagna elettorale, chiedono di arginare il problema reperendo i fondi con un aumento del debito, la linea del Governo è invece orientata a cercare di trovare le risorse necessarie senza ulteriori scostamenti di bilancio.

Lo scenario

Tutte le previsioni sono concordi, il 2023 sarà un anno durissimo per le famiglie italiane. Infatti, solo per luce e gas, è previsto che dovranno pagare circa 1200 euro l’anno, senza considerare le conseguenze inflative sull’aumento generale dei prezzi per i normali beni di consumo. Mentre la politica italiana è impegnata nella campagna elettorale in previsione delle elezioni del 25 settembre, il Governo uscente sta lavorando per impedire che il colpo inferto ai bilanci di famiglie e imprese sia eccessivamente duro.

I numeri, da questo punto di vista, sono impietosi, addirittura impressionanti se si osserva il tessuto imprenditoriale del Paese. Infatti si parla di circa centomila aziende a rischio chiusura, mentre molte altre sopravvivono al momento solo bruciando le voci di ricavo dai bilanci dell’anno scorso. Con circa 400 mila posti di lavoro in bilico, la situazione rischia di deflagrare in una vera e propria bomba sociale, delineando dunque uno scenario di emergenza nazionale.

Tuttavia, dopo l’emanazione del Decreto Aiuti Bis, costato circa 14 miliardi di euro, l’esecutivo sta al momento valutando le modalità con cui reperire i fondi necessari per realizzare gli interventi utili al contenimento del caro energia. Tale operazione non sarà facile nella misura in cui solo su una cosa il Governo ha le idee chiare, ovvero il fatto di non voler fare altro debito, a maggior ragione in vista di una legge finanziaria che si preannuncia molto complessa.

Le manovre

I problemi che l’Esecutivo si troverà ad affrontare dal punto di vista formale, anche se ci troviamo ancora in una fase decisionale embrionale, sono essenzialmente due: il costo delle bollette e le modalità di pagamento delle stesse.

Per affrontare il primo si pensa di intervenire o prorogando il taglio delle accise sui carburanti, o rafforzando il credito di imposta attraverso l’aumento delle aliquote. Inoltre, per le aziende a maggior rischio, sarebbe stato proposto un pacchetto di settimane di cassa integrazione gratuita oltre a strumenti di copertura finanziaria orientati soprattutto alle realtà più dispendiose a livello energetico.

Per quanto riguarda le modalità di pagamento, si sta pensando o a strumenti di potenziamento della rateizzazione, i quali prevederebbero periodi più lunghi per l’estinzione delle somme richieste, o a rafforzamenti del bonus sociale per i nuclei familiari a basso e, forse, medio-reddito.