È stato un intervento chiaro e deciso quello pronunciato oggi dal Presidente di Confindustria Carlo Bonomi, che pone al centro difficoltà e priorità dell’Italia. Tra l’urgenza nell’adottare misure di contrasto, anche drastiche, alle conseguenze inflative del caro energia, alla necessità di implementare nuove strategie di spesa pubblica, l’imprenditore e manager ha delineato i punti utili ad elaborare una exit strategy per il Paese.

L’intervento

Bonomi è intervenuto a margine dell’assemblea generale di Federchimica nella sede di Assolombarda, a Milano. In apertura del suo discorso il Presidente di Confindustria si è congratulato con la neo eletta Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, definendo il risultato come storico, ma anche avvertendo sul fatto che i giudizi e l’operato della centenaria istituzione da lui guidata non contemplano valutazioni legate all’emotività del momento, ma piuttosto limitatamente ai provvedimenti effettivi posti in essere dall’esecutivo.

“Innanzitutto è un governo storico, è la prima volta di una donna presidente del Consiglio. Come sapete però, non giudichiamo le persone come Confindustria, non l’abbiamo mai fatto, giudicheremo i provvedimenti nel merito”, ha esordito Bonomi. 

Come primo argomento reale affrontato, l’imprenditore si è soffermato sul tema più critico del momento, quello legato all’emergenza relativa all’aumento esponenziale dei costi dell’energia, con relative ripercussioni sulla capacità di spesa di imprese e famiglie italiane. Bonomi ha rimarcato l’esigenza di non porre in essere politiche di contrasto al problema che prevedano ulteriori sforamenti di bilancio.

“La priorità che deve affrontare il governo Meloni è l’energia, un’emergenza che dobbiamo affrontare subito. Qualsiasi intervento dovrà essere fatto all’interno di un quadro di finanza pubblica, perché non possiamo scassare i conti dello Stato”, ha detto il Presidente di Confindustria, che ha poi aggiunto la sua personale soddisfazione per la presenza al Ministero dell’Ambiente di Roberto Cingolani, ex Ministro della Transizione Ecologica, in qualità di consulente: “È stata un’ottima scelta quella di tenere l’ex ministro Cingolani come consulente perché dà continuità su un dossier delicato come quello dell’energia. Noi avevamo sempre chiesto di avere competenze a partire dal primo giorno e questo va nella giusta direzione”.

In conclusione del suo intervento, Bonomi ha rimarcato l’esigenza assoluta, per il neo eletto Governo, di salvaguardare il tessuto imprenditoriale italiano, nella misura in cui, qualora sussistessero le attuali condizioni di precarietà energetica, si troverebbero a rischio migliaia di aziende e dunque decine di migliaia di lavoratori. Qualora fosse necessario, dice il manager, attuare manovre in deficit rientrerebbe nell’interesse nazionale, perché significherebbe evitare una possibile deflagrazione sociale del Paese.

“O l’Europa fa l’Europa o noi saremo costretti a intervenire sui nostri conti, perché dobbiamo salvaguardare l’industria. Sono a rischio migliaia di imprese italiane e centinaia di migliaia di posti di lavoro, e quindi centinaia di migliaia di redditi di famiglie. Non ce lo possiamo permettere. Nella legge di bilancio si inizi a riconfigurare la spesa pubblica. Spendiamo più di 1000 miliardi all’anno, riconfigurare il 4-5% ci metterebbe a disposizione quelle risorse per poter tamponare e non agire sul debito pubblico. Però se fossimo costretti in ultima istanza ad agire sul debito pubblico, dev’essere fatto perché stiamo salvaguardando l’industria”, ha concluso Bonomi.