I tempi in cui Joe Biden attaccava il principe ereditario dell’Arabia Saudita Mohammed bin Salman sono ormai un lontano ricordo, così come l’umiliazione subita in estate dal presidente americano, incapace di strappare agli arabi un accordo vantaggioso sulla questione del petrolio.

E proprio il prezioso oro nero è alla base del recente voltafaccia di Biden circa l’omicidio del giornalista del Washington Post Jamal Khashoggi, ucciso nel 2018 nel consolato di Riad a Istanbul, per il quale ormai difficilmente ci sarà giustizia.

Già qualche mese fa, il numero uno della Casa Bianca aveva sorvolato sul mancato rispetto dei diritti umani, incontrando bin Salman e contravvenendo alla promessa fatta in campagna elettorale di trattare l’Arabia Saudita da “pariah” per quello che era accaduto a Khashoggi. L’episodio aveva generato un lunghissimo strascico di polemiche e critiche: società civile, stampa e anche membri del Congresso avevano rimproverato al presidente il suo comportamento.

Oggi è arrivata la stoccata finale. L’amministrazione Biden ha stabilito che bin Salman dovrebbe avere l’immunità diplomatica in virtù della sua recente nomina a primo ministro e quindi a capo di un governo straniero. Bin Salman, quindi, non sarà imputato nella causa intentata contro di lui da Hatice Cengiz, la fidanzata di Khashoggi, e dall’organizzazione per i diritti umani con sede a Washington fondata dal giornalista dissidente ucciso, Dawn, presso la Corte distrettuale federale di Washington.

Secondo l’accusa, gli assassini “hanno rapito, legato, drogato, torturato e ucciso” Khashoggi nel consolato saudita di Istanbul. Poi il corpo è stato smembrato, i resti non sono mai stati ritrovati. Ora anche la possibilità di ottenere giustizia è svanita.

Perché? Le priorità di Biden sono cambiate. Il suo obiettivo è diventato ridurre il prezzo dell’energia ed evitare una crisi economica. Per raggiungerlo ha bisogno di bin Salman. Solo il principe saudita può aiutarlo, aumentando la produzione di petrolio. Di fronte a questa esigenza, anche i principi fondanti degli Stati Uniti e i diritti umani passano in secondo piano.