Non si fermano le ingerenze americane nella politica italiana. Joe Biden è tornato a parlare del pericolo di una virata verso l’estrema destra di alcuni alleati della Nato, citando espressamente la Spagna e l’Italia. Già all’indomani delle elezioni che avevano visto trionfare il centrodestra, il presidente statunitense aveva espresso preoccupazione per l’ascesa di Giorgia Meloni.

Come accaduto la prima volta a Washington, Biden ha parlato del successo della destra in Europa in occasione di un evento del suo Partito democratico, parlando dunque da leader di una fazione politica. In piena campagna elettorale, con lo spettro delle elezioni di midterm che si avvicinano inesorabilmente, il presidente americano farebbe meglio a guardare ai guai di casa sua, piuttosto che interferire nelle democrazie altrui.

Che l’Italia abbia ancora bisogno dell’alleanza con gli Stati Uniti è un fatto, così come quello che Biden resterà alla Casa Bianca fino al 20 gennaio 2025 e dovrà, gioco forza, dialogare con il governo di centrodestra italiano. Appare, perciò, alquanto audace che il presidente si lanci in dichiarazioni poco felici verso i propri alleati.

Il centrodestra agisce secondo i propri valori e ideali, quelli per i quali gli elettori lo hanno votato. Tuttavia, lo scontro ideologico non conviene a nessuno, neppure a Biden che cerca di attirare voti verso il proprio partito puntando il dito contro le destre europee.

Se questa è la sua strategia per mettere all’angolo Donald Trump, dubito che funzioni. I problemi sui quali il presidente americano dovrebbe concentrarsi sono altri. Gli americani chiedono risposte sull’inflazione e l’aumento del costo della vita, sul rilancio dell’economia e sulle infrastrutture, sulla guerra in Ucraina e sulle altre questioni di politica estera, sulle quali l’operato di Biden si è dimostrato fallimentare.

L’8 novembre è alle porte, per il presidente americano sarà il giorno della verità. Al momento i sondaggi lo danno quasi alla stessa percentuale di Trump, che però ha dalla sua le statistiche. Le elezioni di midterm, infatti, tendono a premiare il partito all’opposizione, senza contare la frangia degli indecisi, il cui voto peserà sull’esito delle consultazioni.

Da non trascurare neppure quella che il New York Times e il Washington Post chiamano ‘trumpizzazione’ repubblicana: la maggioranza dei candidati del GOP, infatti, non considerano legittima la presidenza Biden e molti non si impegnano ad avallare l’esito del voto midterm, in caso di sconfitta.

Insomma, il presidente americano farebbe meglio a guardare in casa sua se vuole scongiurare il tracollo alle elezioni di medio termine. Quanto alla politica estera, la strategia è sicuramente da rivedere.