Vivere secondo lo spirito delle beatitudini significa vivere controcorrente rispetto alla concezione mondana della vita.  L’evangelista Matteo presenta le beatitudini  nel discorso della montagna e Gesù stesso le pronuncia “vedendo le folle”.

Allo  stesso  modo oggi  Papa Francesco “vedendo le folle” le nutre con la Parola ed il Magistero. In questa domenica ha commentato la prima delle beatitudini: beati i poveri in spirito. Il Santo Padre ne  ha già parlato in Gaudete et exultate, esortazione apostolica sulla chiamata alla santità nel mondo contemporaneo, per promuovere il volto più bello della Chiesa. Infatti le beatitudini in nessun modo sono qualcosa di leggero e di superficiale; al contrario, possiamo viverle solamente se lo Spirito Santo ci pervade con la sua potenza e ci libera dalla debolezza dell’egoismo, della pigrizia, dell’orgoglio.

Egoismo, pigrizia e orgoglio rappresentano i demoni contemporanei che impediscono di realizzare la vocazione alla santità.  La prima  beatitudine è custodita da chi si abbandona fiduciosamente in Dio. Questa povertà di spirito è molto legata a quella “santa indifferenza” che proponeva  sant’Ignazio di Loyola, che permette di raggiungere la libertà interiore. È quel sano insegnamento che ci porta a condividere la vita di coloro che vivono nel bisogno incalzante cioè nello scarto.

La prima testimonianza appartiene a Maria di Nazaret, donna delle beatitudini, perché ha creduto alla chiamata del Signore, definendosi serva della Parola. È Lei ad aprire la via della prossimità e dell’incontro,  come ricordato nel messaggio della GMG 2023, si alzò in fretta per andare ad aiutare la cugina Elisabetta.  Il Papa ha indicato inoltre tre sfide per incarnare lo stile della prima beatitudine ed ostacolare la mentalità dello spreco. Non sprecare il dono che siamo; non sprecare i doni che abbiamo; non scartare le persone.  Infine nella stessa esortazione apostolica  ha definito Maria la donna delle Beatitudini: Lei non  accetta che quanto cadiamo e rimaniamo a terra e a volte ci porta in braccio senza giudicarci. Conversare con lei ci consola, ci libera e ci santifica. Non è mancato l’appello per la Pace anche da parte dei ragazzi e delle ragazze dell’Azione Cattolica presenti con la “Carovana della Pace”.