E’ morto a Roma, all’età di 93 anni, Angelo Guglielmi, storico direttore di Rai 3 dal 1987 al 1994 e ideatore di numerosi programmi cult della televisione italiana come Chi l’ha visto?, BlobUn giorno in preturaQuelli che il calcio, La tv delle ragazze, Samarcanda (primo talk show politico). Segnò una svolta radicale nei palinsesti Rai e nell’evoluzione del terzo canale. Inoltre, Guglielmi nel corso della sua carriera ha scoperto e lanciato numerosi personaggi che ancora oggi ritroviamo sugli schermi quali Corrado Augias, Michele Santoro, Donatella Raffai, Serena Dandini, Piero Chiambretti, Giuliano Ferrara, Daniele Luttazzi, Fabio Fazio e Franca Leosini.

Una carriera fatta di sperimentazioni e successi

Tutti ricorderanno Angelo Guglielmi come un intellettuale prestato al mondo della tv, un rivoluzionario dei palinsesti e dei contenuti, uno sperimentatore dei nuovi linguaggi televisivi. Nato ad Arona (Novara) nel 1929, Guglielmi si laurea in lettere all’Università di Bologna e tre anni dopo, nel 1954, vince il concorso ed entra in Rai. Dopo aver ricoperto il ruolo di capostruttura a Rai 1 e capo del Centro di produzione Rai di via Teulada, nel 1987 approda a Rai 3 in qualità di direttore. Da lì comincia la sua rivoluzione televisiva che portò il terzo canale Rai – fino a quel momento privo di qualsiasi linea editoriale – dall’1% di share medio ad oltre il 10%. Grazie al suo lavoro fatto di azzardi e sperimentazioni nel mixare una tv pop con una tv più colta, sono nati programmi televisivi cult, da Telefono Giallo a Samarcanda, da Un giorno in pretura a Quelli che il calcio, fino a Chi l’ha visto, Blob e Storie Maledette. Alcuni di questi “figli televisivi” di Guglielmi ancora oggi vanno in onda sul terzo canale della tv pubblica mentre molti altri si sono evoluti come Mi manda Lubrano poi divenuto Mi manda Rai Tre.

Guglielmi, nel corso della sua vita, non si dedicò solo alla televisione. Sarà ricordato anche come uno stimato e influente critico letterario, focalizzato sulla nuova narrativa italiana. Scrisse per Paese Sera e per il Corriere della Sera e fu critico letterario per L’Espresso. Fondò inoltre il collettivo letterario neo-avanguardista Gruppo 63 con Umberto Eco, Edoardo Sanguineti, Beniamino Placido e Alberto Arbasino.