Nel discorso della conferenza stampa di apertura del Mondiale, Infantino ha deciso di non far finta di niente riguardo alle polemiche in corso, in tema di diritti, sulla competizione e il Paese ospitante, concentrandosi sullo sfruttamento dei lavoratori immigrati e sui diritti degli omosessuali.
Le parole di Infantino
Infantino ha cominciato il suo discorso con una frase perentoria e dal forte sapore retorico: “Oggi ho sentimenti molto forti. Oggi mi sento qatariota, mi sento arabo, mi sento africano, mi sento gay, mi sento disabile, mi sento un lavoratore migrante”.
La discriminazione è il punto cruciale delle sue parole: “So che cosa voglia dire esserlo, così come so che cosa voglia dire essere straniero in un Paese straniero. Da bambino mi bullizzavano perché avevo i capelli rossi, perché ero italiano e non parlavo bene il tedesco. Ma tu accetti la sfida, provi a farti degli amici, nuovi contatti, non rispondi all’insulto con l’insulto. Oggi sono orgoglioso della Fifa, di questo marchio sulla giacca, di questo Mondiale, che sarà un bellissimo evento, il più bello che ci sia mai stato”.
Al termine della conferenza stampa il direttore della comunicazione della Fifa Bryan Swanson ha fatto coming out: «Sono seduto qui in una posizione privilegiata e su un palcoscenico globale, come uomo gay in Qatar. Ci hanno rassicurato sul fatto che tutti saranno i benvenuti in questo Mondiale. E, solo perché Infantino non è gay, non significa che non gli importi degli omosessuali. Gli importa eccome. Alla Fifa ci prendiamo cura di tutti. Siamo un’organizzazione inclusiva. Ho diversi colleghi gay, sono pienamente consapevole del dibattito e rispetto il diritto degli altri a pensarla diversamente, ma so anche per cosa stiamo combattendo. Siamo qui in Qatar per lavorare e non abbiamo avuto nessun problema».